Tema di estrema attualità, da sempre al centro del dibattito nell’ambito delle istituzioni e delle rappresentanze politiche e sociali del nostro Paese, lo spoils system nasce verso la metà dell’Ottocento negli Stati Uniti d’America istituendo una pratica in forza della quale il vincitore delle elezioni ha la possibilità/il diritto di nominare a capo degli uffici dirigenziali apicali persone di sua fiducia. Il ricorso allo spoils system ha generato, nel corso degli ultimi decenni, non pochi dubbi di costituzionalità; in particolare, anche il suo utilizzo in ambito sanitario è risultato sempre controverso, sin dal 2006 quando la Corte Costituzionale, sulla decadenza di un Direttore Generale di una Azienda Sanitaria Locale (Asl), reputò che si potesse applicare questo istituto sulla base della natura politico-fiduciaria di tale figura. Se non che, già nel 2007, la Corte Costituzionale attuò un vero e proprio “revirement” tornando sull’argomento con due sentenze la n. 103 e la n. 104, quest’ultima in particolare sulla illegittimità di una legge della Regione Lazio. Invero, il sistema della distinzione tra politica e amministrazione e con esso il riparto funzionale di compiti e di responsabilità giuridiche deve trovare fondamento e giustificazione nella valutazione della dirigenza, che va vista come una garanzia direttamente azionabile per i dirigenti e un potere-dovere degli organi politici. Gli amministratori-politici, in quanto investiti del consenso dei cittadini, fissano le finalità di fondo e operano le scelte strategiche dell’ente. Per far ciò si avvalgono di tecnici che gestendo i processi organizzativi, economici e giuridici sono (o dovrebbero essere) in grado di coordinare le risorse umane e finanziarie per raggiungere gli obiettivi. Sono essenzialmente due i modelli di selezione della dirigenza pubblica: modello neutrale e modello fiduciario. Nel modello neutrale (o professionale), i dirigenti pubblici vengono selezionati attraverso un concorso pubblico o sulla base di un iter di studio ben preciso o attraverso la formula del corso-concorso (merit system). Nel modello fiduciario, invece, la scelta dei dirigenti viene fatta discrezionalmente, nel rispetto di determinati criteri e procedure, dalla classe politica (spoils system, letteralmente “sistema delle spoglie”). Il legislatore, sia statale che regionale, ha cercato più volte di allargare l’ambito di applicazione dello spoils system. Questi eccessi, comunque, sono stati sistematicamente censurati dalla Corte Costituzionale, che in numerose pronunce ha ribadito che essi comportano la precarizzazione del ruolo della dirigenza e si pongono in contrasto con il principio di imparzialità (che impone di sottrarre la dirigenza all’influenza dei partiti politici) e con quello di buon andamento (che assicura la continuità dell’azione amministrativa) sanciti dall’art. 97, comma 2 della Costituzione.

Lo “Spoils System” nel Sistema Sanitario Nazionale

Danila Scarozza
;
2021-01-01

Abstract

Tema di estrema attualità, da sempre al centro del dibattito nell’ambito delle istituzioni e delle rappresentanze politiche e sociali del nostro Paese, lo spoils system nasce verso la metà dell’Ottocento negli Stati Uniti d’America istituendo una pratica in forza della quale il vincitore delle elezioni ha la possibilità/il diritto di nominare a capo degli uffici dirigenziali apicali persone di sua fiducia. Il ricorso allo spoils system ha generato, nel corso degli ultimi decenni, non pochi dubbi di costituzionalità; in particolare, anche il suo utilizzo in ambito sanitario è risultato sempre controverso, sin dal 2006 quando la Corte Costituzionale, sulla decadenza di un Direttore Generale di una Azienda Sanitaria Locale (Asl), reputò che si potesse applicare questo istituto sulla base della natura politico-fiduciaria di tale figura. Se non che, già nel 2007, la Corte Costituzionale attuò un vero e proprio “revirement” tornando sull’argomento con due sentenze la n. 103 e la n. 104, quest’ultima in particolare sulla illegittimità di una legge della Regione Lazio. Invero, il sistema della distinzione tra politica e amministrazione e con esso il riparto funzionale di compiti e di responsabilità giuridiche deve trovare fondamento e giustificazione nella valutazione della dirigenza, che va vista come una garanzia direttamente azionabile per i dirigenti e un potere-dovere degli organi politici. Gli amministratori-politici, in quanto investiti del consenso dei cittadini, fissano le finalità di fondo e operano le scelte strategiche dell’ente. Per far ciò si avvalgono di tecnici che gestendo i processi organizzativi, economici e giuridici sono (o dovrebbero essere) in grado di coordinare le risorse umane e finanziarie per raggiungere gli obiettivi. Sono essenzialmente due i modelli di selezione della dirigenza pubblica: modello neutrale e modello fiduciario. Nel modello neutrale (o professionale), i dirigenti pubblici vengono selezionati attraverso un concorso pubblico o sulla base di un iter di studio ben preciso o attraverso la formula del corso-concorso (merit system). Nel modello fiduciario, invece, la scelta dei dirigenti viene fatta discrezionalmente, nel rispetto di determinati criteri e procedure, dalla classe politica (spoils system, letteralmente “sistema delle spoglie”). Il legislatore, sia statale che regionale, ha cercato più volte di allargare l’ambito di applicazione dello spoils system. Questi eccessi, comunque, sono stati sistematicamente censurati dalla Corte Costituzionale, che in numerose pronunce ha ribadito che essi comportano la precarizzazione del ruolo della dirigenza e si pongono in contrasto con il principio di imparzialità (che impone di sottrarre la dirigenza all’influenza dei partiti politici) e con quello di buon andamento (che assicura la continuità dell’azione amministrativa) sanciti dall’art. 97, comma 2 della Costituzione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14085/6741
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