Geologo e geografo di vaglia, paleontologo, esploratore e alpinista, dotato di una vastissima cultura scientifica riconosciuta a tutti i livelli, Giotto Dainelli, nel corso di tre decenni indagò il rapporto fra geografia politica (poi geopolitica) e cartografia, avvalorando rivendicazioni e annessioni di nuovi territori all’Italia, in linea con una visione di stampo nazionalista dalle valenze fortemente deterministiche. L’interesse per le scienze cartografiche, nelle sue applicazioni geografico-politiche e nelle sue componenti etnolinguistiche e toponomastiche, emerge con la partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra quando, lo studioso fiorentino, sostenne le istanze italiane sulle terre di confine, con l’ausilio degli strumenti geocartografici, per favorire la più ampia diffusione della propaganda bellica fra i diversi strati della popolazione, anche e soprattutto attraverso un marcato approccio visivo, allo scopo di giustificare il legame delle “terre irredente” con la Penisola. Approccio che avrà seguito con l’avvento della dittatura fascista, quando Dainelli, nel quadro della sua formazione scientifica e accademica, supportò le istanze propagandistiche e imperialiste del regime con la realizzazione di una serie di studi geografici, geologici e cartografici. Grande rilevanza a livello nazionale e internazionale avrà nel 1940 la pubblicazione dell’Atlante fisico-economico d’Italia, curato e voluto dallo stesso Dainelli, per favorire il superamento del divario scientifico raggiunto un secolo prima con analoghe iniziative dal mondo tedesco e rappresentando uno dei primi esempi al mondo di atlante nazionale. Negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, lo studioso fiorentino venne incaricato dal regime di curare il settore della geografia e della geopolitica, grazie ai suoi ottimi rapporti con il mondo scientifico tedesco e attraverso la fondazione – alle pendici del Gianicolo – di un istituto preposto allo studio delle scienze territoriali, per la realizzazione di pubblicazioni geocartografiche sulle terre conquistate, in vista di un’ipotetica vittoria delle forze dell’Asse.
Cartografia, geopolitica e determinismo nella parabola scientifica di Giotto Dainelli. Gli studi geocartografici dello scienziato fiorentino fra scienza e nazionalismo
PERRONE A
;
2023-01-01
Abstract
Geologo e geografo di vaglia, paleontologo, esploratore e alpinista, dotato di una vastissima cultura scientifica riconosciuta a tutti i livelli, Giotto Dainelli, nel corso di tre decenni indagò il rapporto fra geografia politica (poi geopolitica) e cartografia, avvalorando rivendicazioni e annessioni di nuovi territori all’Italia, in linea con una visione di stampo nazionalista dalle valenze fortemente deterministiche. L’interesse per le scienze cartografiche, nelle sue applicazioni geografico-politiche e nelle sue componenti etnolinguistiche e toponomastiche, emerge con la partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra quando, lo studioso fiorentino, sostenne le istanze italiane sulle terre di confine, con l’ausilio degli strumenti geocartografici, per favorire la più ampia diffusione della propaganda bellica fra i diversi strati della popolazione, anche e soprattutto attraverso un marcato approccio visivo, allo scopo di giustificare il legame delle “terre irredente” con la Penisola. Approccio che avrà seguito con l’avvento della dittatura fascista, quando Dainelli, nel quadro della sua formazione scientifica e accademica, supportò le istanze propagandistiche e imperialiste del regime con la realizzazione di una serie di studi geografici, geologici e cartografici. Grande rilevanza a livello nazionale e internazionale avrà nel 1940 la pubblicazione dell’Atlante fisico-economico d’Italia, curato e voluto dallo stesso Dainelli, per favorire il superamento del divario scientifico raggiunto un secolo prima con analoghe iniziative dal mondo tedesco e rappresentando uno dei primi esempi al mondo di atlante nazionale. Negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, lo studioso fiorentino venne incaricato dal regime di curare il settore della geografia e della geopolitica, grazie ai suoi ottimi rapporti con il mondo scientifico tedesco e attraverso la fondazione – alle pendici del Gianicolo – di un istituto preposto allo studio delle scienze territoriali, per la realizzazione di pubblicazioni geocartografiche sulle terre conquistate, in vista di un’ipotetica vittoria delle forze dell’Asse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


