La società moderna, o post-moderna, per dirla con parole del J.-F. Lyotard (1979), è sempre più contraddistinta quale contenitore di stati di angoscia umana, derivante dalle “emozioni distruttive”; emozioni che mutano con l’ambiente circostante fino a diventare incontrollabili dall’uomo, tanto da divenire elemento guida della nostra esistenza. La rabbia, il desiderio e l’illusione destrutturano la regolare attività della mente e, di riflesso, anche quella della vita quotidiana. Di qui rabbia, desiderio, illusione rappresentano i tre "grandi veleni" che infettano la società di oggi e l’agire umano, tanto da poter affermare che rappresentano vere e proprie attività "distruttive". Non a caso, a partire dagli inizi del secolo in corso, attraverso l’apporto del Dalai Lama e Daniel Goleman (2004), si è andata a definire il concetto e l’importanza dell’intelligenza emotiva. Oggi si parla sempre più di educazione emozionale, cultura dei sentimenti o di formazione morale, proprio come contrasto ventennale a quelli che sembrano essere sempre più delle vere “tossine” della società. Il problema non è di poco conto, tanto che chiama in causa le istituzioni ed agenzie formative di ogni ordine e grado, investendo tutte le fasi della vita, in particolar modo quelle dell’infanzia e dell’adolescenza.
Studi pedagogici e sviluppo emozionale
riccardo mancini
2021-01-01
Abstract
La società moderna, o post-moderna, per dirla con parole del J.-F. Lyotard (1979), è sempre più contraddistinta quale contenitore di stati di angoscia umana, derivante dalle “emozioni distruttive”; emozioni che mutano con l’ambiente circostante fino a diventare incontrollabili dall’uomo, tanto da divenire elemento guida della nostra esistenza. La rabbia, il desiderio e l’illusione destrutturano la regolare attività della mente e, di riflesso, anche quella della vita quotidiana. Di qui rabbia, desiderio, illusione rappresentano i tre "grandi veleni" che infettano la società di oggi e l’agire umano, tanto da poter affermare che rappresentano vere e proprie attività "distruttive". Non a caso, a partire dagli inizi del secolo in corso, attraverso l’apporto del Dalai Lama e Daniel Goleman (2004), si è andata a definire il concetto e l’importanza dell’intelligenza emotiva. Oggi si parla sempre più di educazione emozionale, cultura dei sentimenti o di formazione morale, proprio come contrasto ventennale a quelli che sembrano essere sempre più delle vere “tossine” della società. Il problema non è di poco conto, tanto che chiama in causa le istituzioni ed agenzie formative di ogni ordine e grado, investendo tutte le fasi della vita, in particolar modo quelle dell’infanzia e dell’adolescenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.