Il volume è un’indagine condotta sulle forme assunte dalle comunità all'interno delle serie tv contemporanee. A partire dagli anni Duemila, le comunità e i processi di costruzione e disgregazione che le caratterizzano hanno assunto una preminenza negli ingranaggi narrativi del racconto seriale. Il primo capitolo del volume prende avvio da una riflessione sulle logiche di serializzazione che hanno caratterizzato la cultura di massa e soprattutto la progettazione di contenuti audiovisivi, dal cinema alla televisione, per poi offrire degli strumenti teorici utili a orientarsi nella complessità che caratterizza le serie tv odierne. La complessità viene affrontata attraverso i concetti di riflessività, mondo ed ecosistema narrativo. I due capitoli successivi si focalizzano sugli eventi che hanno segnato maggiormente gli inizi del ventunesimo secolo e che hanno alterato profondamente sia i modi dello stare assieme sia la produzione e la circolazione delle immagini. Il secondo capitolo, a partire da una ricognizione sulle rappresentazioni mediatiche dell’11 settembre 2001 e della conseguente Guerra al terrore, si concentra sull’immaginario costruito dalla serialità televisiva attorno a questa catastrofe e alle guerre che ne sono seguite, per offrire un’analisi dei modelli narrativi che hanno problematizzato la retorica della paura nei confronti del terrorismo. L’impatto della pandemia sulle relazioni affettive, le conseguenze delle misure restrittive per fermare la curva dei contagi sul panorama audiovisivo, l’utilizzo intensivo delle tecnologie per l’interazione a distanza, sono al centro del terzo capitolo. In modo tempestivo la serialità ha tematizzato gli effetti della pandemia per offrire ai pubblici storie in cui ritrovarsi, per prospettare strategie di resilienza che sopperiscano alla carenza della socialità in presenza, per immaginare futuri distopici oppure alternativi ai drammi del presente. L’ultimo capitolo è dedicato alla serialità europea di genere crime, che viene analizzata dal punto di vista delle forme di rappresentazione, dei processi produttivi e delle strategie di ricezione. Questo genere può essere pensato come un habitat narrativo per la costruzione di comunità fondate su un immaginario comune, sugli incontri culturali e sulla costruzione di memorie condivise, anche a partire dai traumi che hanno attraversato l’Europa nel Novecento.
Comunità seriali. Mondi narrati ed esperienze mediali nelle serie televisive
Coviello, Massimiliano
2022-01-01
Abstract
Il volume è un’indagine condotta sulle forme assunte dalle comunità all'interno delle serie tv contemporanee. A partire dagli anni Duemila, le comunità e i processi di costruzione e disgregazione che le caratterizzano hanno assunto una preminenza negli ingranaggi narrativi del racconto seriale. Il primo capitolo del volume prende avvio da una riflessione sulle logiche di serializzazione che hanno caratterizzato la cultura di massa e soprattutto la progettazione di contenuti audiovisivi, dal cinema alla televisione, per poi offrire degli strumenti teorici utili a orientarsi nella complessità che caratterizza le serie tv odierne. La complessità viene affrontata attraverso i concetti di riflessività, mondo ed ecosistema narrativo. I due capitoli successivi si focalizzano sugli eventi che hanno segnato maggiormente gli inizi del ventunesimo secolo e che hanno alterato profondamente sia i modi dello stare assieme sia la produzione e la circolazione delle immagini. Il secondo capitolo, a partire da una ricognizione sulle rappresentazioni mediatiche dell’11 settembre 2001 e della conseguente Guerra al terrore, si concentra sull’immaginario costruito dalla serialità televisiva attorno a questa catastrofe e alle guerre che ne sono seguite, per offrire un’analisi dei modelli narrativi che hanno problematizzato la retorica della paura nei confronti del terrorismo. L’impatto della pandemia sulle relazioni affettive, le conseguenze delle misure restrittive per fermare la curva dei contagi sul panorama audiovisivo, l’utilizzo intensivo delle tecnologie per l’interazione a distanza, sono al centro del terzo capitolo. In modo tempestivo la serialità ha tematizzato gli effetti della pandemia per offrire ai pubblici storie in cui ritrovarsi, per prospettare strategie di resilienza che sopperiscano alla carenza della socialità in presenza, per immaginare futuri distopici oppure alternativi ai drammi del presente. L’ultimo capitolo è dedicato alla serialità europea di genere crime, che viene analizzata dal punto di vista delle forme di rappresentazione, dei processi produttivi e delle strategie di ricezione. Questo genere può essere pensato come un habitat narrativo per la costruzione di comunità fondate su un immaginario comune, sugli incontri culturali e sulla costruzione di memorie condivise, anche a partire dai traumi che hanno attraversato l’Europa nel Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.