L’intervento educativo non sempre garantisce che si raggiungano gli obiettivi di inclusione, soprattutto se l’azione ha natura compensativa, se non addirittura alimentatrice delle dinamiche marginalizzanti. La specificità etnica e la discontinuità degli interventi rivolti ai minori e alle famiglie rom e sinti sono state spesso rivelatrici di un rapporto fondato sulla subalternità di queste comunità, per cui l’educazione è stata utilizzata come dispositivo promotore di relazioni fondate sul binomio oppressore-oppresso. L’azione educativa, però, può anche risignificare il rapporto con chi è al margine. Attraverso il disegno di studio di caso-singolo verrà indagata l’esperienza di vita di un educatore rom di Roma rispetto a come i luoghi dell’educazione possano escludere chi viene percepito e narrato come diverso da “noi”, ma anche come percorsi educativi formali e non formali possano essere generatori di una rivoluzione liberatrice, finalizzata all’inclusione e alla giustizia sociale.

Te tut si so te phenés, le lava arakhesa. Educatore rom dentro e fuori l'educazione. Uno studio di caso

Bulgarelli Aurora
2025-01-01

Abstract

L’intervento educativo non sempre garantisce che si raggiungano gli obiettivi di inclusione, soprattutto se l’azione ha natura compensativa, se non addirittura alimentatrice delle dinamiche marginalizzanti. La specificità etnica e la discontinuità degli interventi rivolti ai minori e alle famiglie rom e sinti sono state spesso rivelatrici di un rapporto fondato sulla subalternità di queste comunità, per cui l’educazione è stata utilizzata come dispositivo promotore di relazioni fondate sul binomio oppressore-oppresso. L’azione educativa, però, può anche risignificare il rapporto con chi è al margine. Attraverso il disegno di studio di caso-singolo verrà indagata l’esperienza di vita di un educatore rom di Roma rispetto a come i luoghi dell’educazione possano escludere chi viene percepito e narrato come diverso da “noi”, ma anche come percorsi educativi formali e non formali possano essere generatori di una rivoluzione liberatrice, finalizzata all’inclusione e alla giustizia sociale.
2025
Educational intervention does not always guarantee that the inclusion objectives will be achieved, especially if the nature of the action proves to be compensatory, or even fuelling the marginalizing dynamics. The ethnic specificity and discontinuity of interventions aimed at Roma and Sinti minors and families have often been indicative of a relationship based on the subalternity of these communities, so that education was used as a device to promote relations based on the binomial oppressor-oppressed. However, educational action can also redefine the relationship with those who live on the margins. Through a single case study will be investigated the life experience of a Roma educator living in Rome regarding how education places can exclude those who are perceived and narrated as different from “us”, but also as formal and non-formal educational paths can be promoters of a liberating revolution, aimed at inclusion and social justice.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14085/42804
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