La memoria teatrale in video ha preso forma recentemente grazie ad un rinnovato interesse nello sviluppo di tecnologie applicate a beni artistici e culturali e, fra tutte le innovazioni, sicuramente è grazie alla digitalizzazione degli archivi universitari e teatrali che sono emerse nuove ricerche importanti sulla conservazione e sul restauro delle registrazioni sonore e video, dei film e dei documentari di un periodo, a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta, di grande interesse per gli studi teatrali.In Italia alla fine degli anni Sessanta, il teatro istituzionale italiano viene rinnovato da un nuovo movimento di artisti che si esibiscono in luoghi diversi dai teatri ufficiali, in spazi scenici esterni, ambienti di strada, magazzini, cantine, edifici abbandonati ecc. proponendo moduli espressivi innovativi e promuovendo il rinnovamento artistico alla base del teatro contemporaneo. Attori e registi come Carmelo Bene, Carlo Quartucci, Luca Ronconi, Leo De Berardinis e Perla Peragallo, Mario Ricci costruiscono dei percorsi teatrali influenzati dal mondo esterno e aperti a nuovi contesti artistici e culturali. Comincia una contaminazione con le diverse arti espressive e soprattutto con le arti visive: il cinema e la televisione. Gli old media e i new media accolgono sempre più spesso la scena teatrale e gli artisti ampliano la loro ricerca esplorando queste nuove forme espressive.Gli studiosi si trovano oggi a studiare il rinnovamento teatrale degli anni Settanta anche attraverso l’analisi di questi film teatrali e documentari d’arte di grande valore espressivo e storico che però non sempre sono in uno stato di conservazione buono e che quindi necessitano di interventi di restauro urgenti ed indispensabili per garantirne il recupero.La tecnologia attuale consente di “salvare” i documenti e soprattutto riportarli nelle condizioni di partenza con interventi interamente digitali, tra i quali la correzione colore.La color correction permette un intervento digitale sulla fotografia del film proprio per tentare di restituire una colorazione il più possibile vicina a quella originale. I percorsi applicativi che determinano una procedura coerente si basano su due fattori, in primo luogo lo studio del supporto, nella maggior parte dei casi 16 mm, e sulle tecniche di registrazione del periodo di realizzazione dell’audiovisivo teatrale; in secondo luogo l’analisi del contenuto con uno studio della resa del colore voluta dall’artista, l’azione e il contesto rappresentati. L’applicazione di diversi hardware e software di restauro del colore ha permesso una sperimentazione nuova che si basa non solo sulla rielaborazione della gamma d’origine mantenendo una coerenza con la colorazione che il regista ha voluto dare al film originale, ma anche sull’apparenza visiva e cromatica del restauro finale. Questo contributo presenta alcuni esperimenti specifici su fotogrammi tratti da audiovisivi teatrali con tali problematiche e propone un confronto fra il lavoro svolto presso il Centro di Ricerca Centro Teatro Ateneo (Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo) e il laboratorio di Eidomatica dell'Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Informatica per la Comunicazione), al fine di affrontare le problematiche estetiche, colorimetriche e percettive del restauro della memoria teatrale.

Il Restauro digitale del colore: esperimenti e confronti sulla memoria teatrale degli anni Settanta

Sabatini D;
2011-01-01

Abstract

La memoria teatrale in video ha preso forma recentemente grazie ad un rinnovato interesse nello sviluppo di tecnologie applicate a beni artistici e culturali e, fra tutte le innovazioni, sicuramente è grazie alla digitalizzazione degli archivi universitari e teatrali che sono emerse nuove ricerche importanti sulla conservazione e sul restauro delle registrazioni sonore e video, dei film e dei documentari di un periodo, a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta, di grande interesse per gli studi teatrali.In Italia alla fine degli anni Sessanta, il teatro istituzionale italiano viene rinnovato da un nuovo movimento di artisti che si esibiscono in luoghi diversi dai teatri ufficiali, in spazi scenici esterni, ambienti di strada, magazzini, cantine, edifici abbandonati ecc. proponendo moduli espressivi innovativi e promuovendo il rinnovamento artistico alla base del teatro contemporaneo. Attori e registi come Carmelo Bene, Carlo Quartucci, Luca Ronconi, Leo De Berardinis e Perla Peragallo, Mario Ricci costruiscono dei percorsi teatrali influenzati dal mondo esterno e aperti a nuovi contesti artistici e culturali. Comincia una contaminazione con le diverse arti espressive e soprattutto con le arti visive: il cinema e la televisione. Gli old media e i new media accolgono sempre più spesso la scena teatrale e gli artisti ampliano la loro ricerca esplorando queste nuove forme espressive.Gli studiosi si trovano oggi a studiare il rinnovamento teatrale degli anni Settanta anche attraverso l’analisi di questi film teatrali e documentari d’arte di grande valore espressivo e storico che però non sempre sono in uno stato di conservazione buono e che quindi necessitano di interventi di restauro urgenti ed indispensabili per garantirne il recupero.La tecnologia attuale consente di “salvare” i documenti e soprattutto riportarli nelle condizioni di partenza con interventi interamente digitali, tra i quali la correzione colore.La color correction permette un intervento digitale sulla fotografia del film proprio per tentare di restituire una colorazione il più possibile vicina a quella originale. I percorsi applicativi che determinano una procedura coerente si basano su due fattori, in primo luogo lo studio del supporto, nella maggior parte dei casi 16 mm, e sulle tecniche di registrazione del periodo di realizzazione dell’audiovisivo teatrale; in secondo luogo l’analisi del contenuto con uno studio della resa del colore voluta dall’artista, l’azione e il contesto rappresentati. L’applicazione di diversi hardware e software di restauro del colore ha permesso una sperimentazione nuova che si basa non solo sulla rielaborazione della gamma d’origine mantenendo una coerenza con la colorazione che il regista ha voluto dare al film originale, ma anche sull’apparenza visiva e cromatica del restauro finale. Questo contributo presenta alcuni esperimenti specifici su fotogrammi tratti da audiovisivi teatrali con tali problematiche e propone un confronto fra il lavoro svolto presso il Centro di Ricerca Centro Teatro Ateneo (Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo) e il laboratorio di Eidomatica dell'Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Informatica per la Comunicazione), al fine di affrontare le problematiche estetiche, colorimetriche e percettive del restauro della memoria teatrale.
2011
colore
restauro
teatro
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14085/4077
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