Attraverso un costante dialogo con alcune categorie proposte da Gérard Genette in L’opera dell’arte. Immanenza e trascendenza (1994), l'articolo mostra come la documentazione visiva e audiovisiva di un’opera che sembra esistere altrove appaia ascrivibile, in prima istanza, al dominio delle manifestazioni indirette, in cui l’opera è presente in una forma qualitativamente parziale. Ma si evidenzia subito (è la lezione di Benjamin e Malraux) come la manifestazione indiretta sia incline all’emancipazione, a divenire, cioè, pratica trasformatrice e creatrice, capace di modificare profondamente l’intero sistema delle arti. Per arrivare a sottolineare, infine, come forme di “parzialità operale” si traducano di frequente in nuove forme di pluralità operale: le immagini fotografiche e cinematografiche non appaiono più come residui, surrogati, tracce sbiadite di opere che esistono altrove, ma oggetti estetici autonomi che insieme ad altri concorrono a fare opera, in una logica di radicale pluralità. Ad esemplificare la riflessione teorica è in particolare la pratica artistica, costitutivamente ibrida e liminare, dell’anarchitetto Gordon Matta-Clark.

Walking through Splitting. Documentazione audiovisiva, pratiche trasformative e opere plurali

RE, Valentina Carla
2010-01-01

Abstract

Attraverso un costante dialogo con alcune categorie proposte da Gérard Genette in L’opera dell’arte. Immanenza e trascendenza (1994), l'articolo mostra come la documentazione visiva e audiovisiva di un’opera che sembra esistere altrove appaia ascrivibile, in prima istanza, al dominio delle manifestazioni indirette, in cui l’opera è presente in una forma qualitativamente parziale. Ma si evidenzia subito (è la lezione di Benjamin e Malraux) come la manifestazione indiretta sia incline all’emancipazione, a divenire, cioè, pratica trasformatrice e creatrice, capace di modificare profondamente l’intero sistema delle arti. Per arrivare a sottolineare, infine, come forme di “parzialità operale” si traducano di frequente in nuove forme di pluralità operale: le immagini fotografiche e cinematografiche non appaiono più come residui, surrogati, tracce sbiadite di opere che esistono altrove, ma oggetti estetici autonomi che insieme ad altri concorrono a fare opera, in una logica di radicale pluralità. Ad esemplificare la riflessione teorica è in particolare la pratica artistica, costitutivamente ibrida e liminare, dell’anarchitetto Gordon Matta-Clark.
2010
9788863221022
Gérard Genette
Nelson Goodman
Gordon Matta-Clark
cinema
estetica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14085/3968
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