Gli studi storici e delle istituzioni politiche accompagnati dall’analisi dei testiteatrali, la letteratura critica, la consultazione dei maggiori periodici dell’epoca, lecronache drammatiche e musicali, la lettura di memorie, diari e delle principaliautobiografie, nonché l’analisi delle fonti inedite d’archivio, hanno consentito dicomprendere, analizzare e portare alla luce come la nuova realtà politicoistituzionale,sociale, economica e culturale italiana – prima e dopo l’Unificazione– sia stata descritta e portata sulla scena dagli autori teatrali dell’Ottocento, moltidei quali membri del Parlamento nella seconda metà del secolo.Il Teatro rappresenta, in tutte le sue forme, dal melodramma al teatro diprosa, dal teatro di strada a quello dei burattini, una forza viva nel processorisorgimentale e unitario. È una fonte preziosa per la ricostruzione e lariflessione sul processo istituzionale e politico che ha caratterizzato lacostruzione dello Stato italiano. Specchio di un Paese che sta assumendofaticosamente una sua identità nazionale, il Teatro dell’800 penetracapillarmente nei vari strati della popolazione e diffonde posizioni ideologiche epolitiche che, altrimenti, resterebbero circoscritte in una cerchia ristretta difruitori.Istituzione culturale, strumento di educazione e di identificazione, sede dicostruzione del consenso ma anche mezzo di opposizione politica, il Teatrocostituisce – come dimostra il volume in oggetto – un punto di vista originale per‘rileggere’ la vita culturale, socio-economica, politico-istituzionale dell’Italia delXIX secolo.Il volume dimostra come nella prima metà dell’800 la comunicazioneteatrale si traduca soprattutto in protesta contro le istituzioni politiche esollecitazione di sentimenti nazionali, patriottici e indipendentistici, al fine didar vita ad una comunità nazionale. Importante anche la presenza degli albanesidi Calabria, protagonisti nelle lotte per il Risorgimento e l’Unificazione italiana,(ricordiamo, ad esempio, Domenico Mauro e padre Francesco Antonio Santori),a cui il volume dedica diverse pagine. Durante i moti insurrezionali, il Teatroesercita una continua azione di propaganda nazionale. Molti attori prendonoparte attiva ai moti risorgimentali; politicamente impegnate anche diverseattrici quali, ad esempio, Giacinta Pezzana a fianco di Mazzini e Garibaldi eAdelaide Ristori sostenitrice della politica di Cavour e dei Savoia. Rilevantiquestioni della vita nazionale vengono descritte e portate sulla scena da autoriche entreranno successivamente in Parlamento, come Vittorio Bersezio,Giovanni Bovio, Felice Cavallotti, Ferdinando Martini.Dopo l’Unificazione, il Teatro diventa piuttosto espressione della classegovernativa e tende ad assumere forme celebrative che assolvono ad unafunzione di pedagogia sociopolitica. Viene portata in scena la ‘nuova societàborghese’, il cui punto cardine resta la famiglia, il senso dell’onore, la proprietà,il senso del dovere e del lavoro. Fautore di un teatro pedagogico è don LuigiSturzo – autore anche di drammi politici – che nel 1899 fonda a Caltagirone ilTeatro ‘Silvio Pellico’.Il Teatro risente della nuova situazione politica venutasi a creare con iltrasformismo; numerosi, infatti, sono i testi teatrali che denunciano ledegenerazioni politiche, la corruzione, in linea con l’emergere di forme diantiparlamentarismo.Tra le varie tematiche analizzate, dal volume in oggetto, si segnala il ruolorilevante svolto dal Teatro dialettale in quanto continuazione di una tradizioneregionale che aspira a conservarsi, di fronte ad un centralismo che spinge,invece, all’omologazione sui modelli settentrionali e borghesi. Il rifiorire deldialetto diventa vera e propria espressione di orgoglio e amor proprio, esprimela necessità di conservare – pur nella comune appartenenza ad una nazioneunita, nella quale ci si riconosce ma non ci si annulla – la propria autonomia e lapropria identità.Importante si rivela anche il Teatro in lingua a contenuti regionali cherisentefortemente della cultura e dell’identità dei suoi autori e che affrontatematiche strettamente legate al contesto politico-sociale del territorio, come, adesempio, la storia delle brigantesse in Calabria.Il volume descrive, inoltre, l’atteggiamento del Governo che indirizza lacomunicazione teatrale attraverso lo strumento della Censura, verso larappresentazione di uno stile di vita che deve servire da ‘modello’ per ilcittadino; illustra, altresì, la normativa che disciplina la materia del dirittod’autore nell’Italia dell’800.Altri aspetti originali della ricerca riguardano il rapporto fra le trecomponenti della comunicazione teatrale: pubblico – attore – autore, dove ilpubblico viene analizzato anche come “spettacolo” poiché a teatro rappresentase stesso e la sua appartenenza ad una classe sociale, dunque la sua identità. Sievidenzia anche la consistenza di un pubblico prettamente femminile.Viene messo in luce e ricostruito anche il legame esistente tra il movimentodi emancipazione femminile italiano e il Teatro; la nascita del nuovo Statodiventa, infatti, l’occasione per rivedere le regole della convivenza civile anche inriferimento al rapporto fra i due sessi.Una parte importante del volume è dedicata al ruolo centrale svolto dalTeatro musicale del XIX secolo che veicola, in larghi strati della popolazione,messaggi di natura patriottica e nazionale, avvicinando pubblici eterogenei,accomunati dallo stesso amore per la musica che supera anche le difficoltà dellamancanza di una lingua nazionale comune.Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, il Teatro tenta di dare nuovalinfa vitale al mito risorgimentale. A fronte della crisi di legittimità che si vieneevidenziando, dinanzi ad una differenza sempre più avvertita tra paese reale epaese legale, la ripresa in via propagandistica del mito risorgimentale serve adare legittimazione al potere liberale.
L’Unità d'Italia nel Teatro. Istituzioni politiche, identità nazionale e questione sociale
MORELLI, Maria Teresa Antonia
2012-01-01
Abstract
Gli studi storici e delle istituzioni politiche accompagnati dall’analisi dei testiteatrali, la letteratura critica, la consultazione dei maggiori periodici dell’epoca, lecronache drammatiche e musicali, la lettura di memorie, diari e delle principaliautobiografie, nonché l’analisi delle fonti inedite d’archivio, hanno consentito dicomprendere, analizzare e portare alla luce come la nuova realtà politicoistituzionale,sociale, economica e culturale italiana – prima e dopo l’Unificazione– sia stata descritta e portata sulla scena dagli autori teatrali dell’Ottocento, moltidei quali membri del Parlamento nella seconda metà del secolo.Il Teatro rappresenta, in tutte le sue forme, dal melodramma al teatro diprosa, dal teatro di strada a quello dei burattini, una forza viva nel processorisorgimentale e unitario. È una fonte preziosa per la ricostruzione e lariflessione sul processo istituzionale e politico che ha caratterizzato lacostruzione dello Stato italiano. Specchio di un Paese che sta assumendofaticosamente una sua identità nazionale, il Teatro dell’800 penetracapillarmente nei vari strati della popolazione e diffonde posizioni ideologiche epolitiche che, altrimenti, resterebbero circoscritte in una cerchia ristretta difruitori.Istituzione culturale, strumento di educazione e di identificazione, sede dicostruzione del consenso ma anche mezzo di opposizione politica, il Teatrocostituisce – come dimostra il volume in oggetto – un punto di vista originale per‘rileggere’ la vita culturale, socio-economica, politico-istituzionale dell’Italia delXIX secolo.Il volume dimostra come nella prima metà dell’800 la comunicazioneteatrale si traduca soprattutto in protesta contro le istituzioni politiche esollecitazione di sentimenti nazionali, patriottici e indipendentistici, al fine didar vita ad una comunità nazionale. Importante anche la presenza degli albanesidi Calabria, protagonisti nelle lotte per il Risorgimento e l’Unificazione italiana,(ricordiamo, ad esempio, Domenico Mauro e padre Francesco Antonio Santori),a cui il volume dedica diverse pagine. Durante i moti insurrezionali, il Teatroesercita una continua azione di propaganda nazionale. Molti attori prendonoparte attiva ai moti risorgimentali; politicamente impegnate anche diverseattrici quali, ad esempio, Giacinta Pezzana a fianco di Mazzini e Garibaldi eAdelaide Ristori sostenitrice della politica di Cavour e dei Savoia. Rilevantiquestioni della vita nazionale vengono descritte e portate sulla scena da autoriche entreranno successivamente in Parlamento, come Vittorio Bersezio,Giovanni Bovio, Felice Cavallotti, Ferdinando Martini.Dopo l’Unificazione, il Teatro diventa piuttosto espressione della classegovernativa e tende ad assumere forme celebrative che assolvono ad unafunzione di pedagogia sociopolitica. Viene portata in scena la ‘nuova societàborghese’, il cui punto cardine resta la famiglia, il senso dell’onore, la proprietà,il senso del dovere e del lavoro. Fautore di un teatro pedagogico è don LuigiSturzo – autore anche di drammi politici – che nel 1899 fonda a Caltagirone ilTeatro ‘Silvio Pellico’.Il Teatro risente della nuova situazione politica venutasi a creare con iltrasformismo; numerosi, infatti, sono i testi teatrali che denunciano ledegenerazioni politiche, la corruzione, in linea con l’emergere di forme diantiparlamentarismo.Tra le varie tematiche analizzate, dal volume in oggetto, si segnala il ruolorilevante svolto dal Teatro dialettale in quanto continuazione di una tradizioneregionale che aspira a conservarsi, di fronte ad un centralismo che spinge,invece, all’omologazione sui modelli settentrionali e borghesi. Il rifiorire deldialetto diventa vera e propria espressione di orgoglio e amor proprio, esprimela necessità di conservare – pur nella comune appartenenza ad una nazioneunita, nella quale ci si riconosce ma non ci si annulla – la propria autonomia e lapropria identità.Importante si rivela anche il Teatro in lingua a contenuti regionali cherisentefortemente della cultura e dell’identità dei suoi autori e che affrontatematiche strettamente legate al contesto politico-sociale del territorio, come, adesempio, la storia delle brigantesse in Calabria.Il volume descrive, inoltre, l’atteggiamento del Governo che indirizza lacomunicazione teatrale attraverso lo strumento della Censura, verso larappresentazione di uno stile di vita che deve servire da ‘modello’ per ilcittadino; illustra, altresì, la normativa che disciplina la materia del dirittod’autore nell’Italia dell’800.Altri aspetti originali della ricerca riguardano il rapporto fra le trecomponenti della comunicazione teatrale: pubblico – attore – autore, dove ilpubblico viene analizzato anche come “spettacolo” poiché a teatro rappresentase stesso e la sua appartenenza ad una classe sociale, dunque la sua identità. Sievidenzia anche la consistenza di un pubblico prettamente femminile.Viene messo in luce e ricostruito anche il legame esistente tra il movimentodi emancipazione femminile italiano e il Teatro; la nascita del nuovo Statodiventa, infatti, l’occasione per rivedere le regole della convivenza civile anche inriferimento al rapporto fra i due sessi.Una parte importante del volume è dedicata al ruolo centrale svolto dalTeatro musicale del XIX secolo che veicola, in larghi strati della popolazione,messaggi di natura patriottica e nazionale, avvicinando pubblici eterogenei,accomunati dallo stesso amore per la musica che supera anche le difficoltà dellamancanza di una lingua nazionale comune.Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, il Teatro tenta di dare nuovalinfa vitale al mito risorgimentale. A fronte della crisi di legittimità che si vieneevidenziando, dinanzi ad una differenza sempre più avvertita tra paese reale epaese legale, la ripresa in via propagandistica del mito risorgimentale serve adare legittimazione al potere liberale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.