Alexandre Kojève (1902-1968), aristocratico russo rifugiatosi in Francia, entrò nell’amministrazione francese subito dopo la fine della guerra. Da quel momento dirà d’aver tempo per la filosofia soltanto la domenica. E infatti «il filosofo della domenica» era il nome con il quale lo scrittore Raymond Queneau era solito chiamarlo, a partire dagli anni cinquanta. Kojève passò felicemente gli ultimi vent’anni della sua vita fra l’élite della diplomazia mondiale e dell’alta finanza che, secondo lui, aveva sostituito la vecchia aristocrazia. Così la sua fu un’attività filosofica «semiclandestina», riservata ai fine settimana, una circostanza che unitamente al fascino del personaggio ha determinato un singolare destino della ricezione kojèviana. Egli è divenuto una sorta di citazione obbligata per gli studi hegeliani, così come per gli esiti della fenomenologia e dell’esistenzialismo in Francia. Ma solo diversi anni dopo la sua morte, in seguito alla pubblicazione di molti suoi testi inediti, vennero alla luce opere con le quali il dibattito contemporaneo ancora si confronta. Il libro ricostruisce gli ambienti culturali di provenienza, gli studi praticati, le scelte teoriche fondamentali e la rete intellettuale entro cui prendono forma, facendo un abbondante uso di materiali d’archivio, testi inediti, carteggi, testimonianze scritte e orali. Materiali inediti o di natura privata che, oltre a restituire la dimensione umana del filosofo, accrescono l’intelligibilità della sua proposta teorica.
Il filosofo della domenica. La vita e il pensiero di Alexandre Kojève
Filoni M
2008-01-01
Abstract
Alexandre Kojève (1902-1968), aristocratico russo rifugiatosi in Francia, entrò nell’amministrazione francese subito dopo la fine della guerra. Da quel momento dirà d’aver tempo per la filosofia soltanto la domenica. E infatti «il filosofo della domenica» era il nome con il quale lo scrittore Raymond Queneau era solito chiamarlo, a partire dagli anni cinquanta. Kojève passò felicemente gli ultimi vent’anni della sua vita fra l’élite della diplomazia mondiale e dell’alta finanza che, secondo lui, aveva sostituito la vecchia aristocrazia. Così la sua fu un’attività filosofica «semiclandestina», riservata ai fine settimana, una circostanza che unitamente al fascino del personaggio ha determinato un singolare destino della ricezione kojèviana. Egli è divenuto una sorta di citazione obbligata per gli studi hegeliani, così come per gli esiti della fenomenologia e dell’esistenzialismo in Francia. Ma solo diversi anni dopo la sua morte, in seguito alla pubblicazione di molti suoi testi inediti, vennero alla luce opere con le quali il dibattito contemporaneo ancora si confronta. Il libro ricostruisce gli ambienti culturali di provenienza, gli studi praticati, le scelte teoriche fondamentali e la rete intellettuale entro cui prendono forma, facendo un abbondante uso di materiali d’archivio, testi inediti, carteggi, testimonianze scritte e orali. Materiali inediti o di natura privata che, oltre a restituire la dimensione umana del filosofo, accrescono l’intelligibilità della sua proposta teorica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.