Soft skills e povertà educative: l’importanza dell’educare alla scelta

The debate around soft skills has taken on new importance and has been enriched as formal and informal learning contexts, school organisation and work contexts have changed, especially with reference to that moment of transformation that was the pandemic. Also in evidence are the educational poverties that have shown themselves with different faces: that of digital divide, of digital illiteracy, of an educational offer not always of quality. In addition to specific and technical skills, it is necessary to favour a new design vision that focuses on soft skills, at least some of them, which can be spent in various contexts and be characterised as an element of first contrast to educational poverty. The future holds important challenges for training, among these, even before the promotion of the acquisition of “soft skills”, educating to choose step for the construction and growth of persons and communities.

Il dibattito intorno alle soft skills ha assunto nuova importanza e si è arricchito con il modificarsi dei contesti di apprendimento formali e informali, dell’organizzazione scolastica, dei contesti lavorativi, soprattutto in riferimento a quel momento di trasformazione che è stata la pandemia. In evidenza anche le povertà educative che si sono mostrate con volti differenti: quello del digital divide, dell’analfabetismo digitale, di una offerta educativa non sempre di qualità. Oltre le competenze specifiche e tecniche, privilegiare una nuova visione progettuale che metta al centro le soft skills, almeno alcune di esse, che possano risultare spendibili in vari contesti e caratterizzarsi come elemento di primo contrasto alle povertà educative. Il futuro riserva sfide importanti per la formazione, tra queste, prima ancora che la promozione dell’acquisizione di “capacità soffici”, l’educare alla scelta, passo per la costruzione e crescita delle persone e delle comunità.