Nell’ottica di una prima esplorazione su possibili e più ampie prospettive di ricerca, questo contributo esplora le consonanze tra gli studi sulle disabilità – in particolare sulla percezione del corpo in rapporto allo sguardo sociale – e le pratiche pedagogiche che utilizzano gli strumenti espressivi del teatro e delle arti performative. L’ipotesi è che un terreno comune tra i due ambiti sia il tentativo di costruire un modello comunicativo che, attraverso le logiche dell’accessibilità, riesca ad abbattere certi stereotipi riguardanti la possibilità di certi individui di entrare o meno all’interno di un processo (di creazione, di reciproca conoscenza e/o di costruzione del sé) sentendosi al pari degli altri. La messa in atto di metodologie di comunicazione e collaborazione in uno e l’altro ambito può poi contribuire a depotenziare e allontanare il concetto di “inclusività” che di frequente riguarda, da un lato, la convivenza tra individui con e senza disabilità in un comune discorso sociale; dall’altro, l’agire di soggetti non formati al lavoro teatrale nel campo del teatro come pratica pedagogica.
Disabilità e pratiche pedagogiche: appunti di un discorso per mutare lo sguardo
sergio lo gatto
2024-01-01
Abstract
Nell’ottica di una prima esplorazione su possibili e più ampie prospettive di ricerca, questo contributo esplora le consonanze tra gli studi sulle disabilità – in particolare sulla percezione del corpo in rapporto allo sguardo sociale – e le pratiche pedagogiche che utilizzano gli strumenti espressivi del teatro e delle arti performative. L’ipotesi è che un terreno comune tra i due ambiti sia il tentativo di costruire un modello comunicativo che, attraverso le logiche dell’accessibilità, riesca ad abbattere certi stereotipi riguardanti la possibilità di certi individui di entrare o meno all’interno di un processo (di creazione, di reciproca conoscenza e/o di costruzione del sé) sentendosi al pari degli altri. La messa in atto di metodologie di comunicazione e collaborazione in uno e l’altro ambito può poi contribuire a depotenziare e allontanare il concetto di “inclusività” che di frequente riguarda, da un lato, la convivenza tra individui con e senza disabilità in un comune discorso sociale; dall’altro, l’agire di soggetti non formati al lavoro teatrale nel campo del teatro come pratica pedagogica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.