Fra le varie forme di partecipazione democratica a livello giovanile degli ultimi decenni, si tende spesso a trascurare le organizzazioni giovanili di partito. Il nostro studio vuole colmare in parte questo vuoto, analizzando il caso dei Giovani Democratici, l’organizzazione giovanile del PD nata nel 2008. Ne studieremo la storia e l’identità politica e sociale fra il 2007 e il 2014, in un contesto caratterizzato dall’apogeo e dalla fine del berlusconismo e, a seguire, dall’avvento di Renzi sulla scena politica nazionale. In particolare, ci porremo due domande che reputiamo decisamente rilevanti. Com’è stato possibile che, nonostante l’antipolitica e il nuovismo, si mantenesse in vita un gruppo giovanile di questo tipo? In secondo luogo, perché il nuovo corso del PD non è nato dentro i GD? I punti di forza e di debolezza dei GD equivalgono alle risposte alle nostre domande. I GD reggono come comunità alla spinta antipolitica, perché proiettano le culture politiche di provenienza in uno spazio contrapposto a quello “ufficiale”, seppure saldamente in uno spazio partitico e istituzionale e dentro una cornice che non recide mai il cordone con i dirigenti storici di riferimento nel partito. Allo stesso tempo, la scelta di farsi assorbire completamente dalla discussione largamente interna al partito, rende meno acuta l’osservazione dei processi sociali e, più in generale, di quello che avviene nella società, rispetto alla quale l’iniziativa nei GD è episodica, legata al momento, poco strutturata e spesso non condivisa in maniera larga ai livelli più bassi.

Identità e partecipazione politica giovanile in Italia: Appunti per una storia dei Giovani Democratici

Levi E;
2017-01-01

Abstract

Fra le varie forme di partecipazione democratica a livello giovanile degli ultimi decenni, si tende spesso a trascurare le organizzazioni giovanili di partito. Il nostro studio vuole colmare in parte questo vuoto, analizzando il caso dei Giovani Democratici, l’organizzazione giovanile del PD nata nel 2008. Ne studieremo la storia e l’identità politica e sociale fra il 2007 e il 2014, in un contesto caratterizzato dall’apogeo e dalla fine del berlusconismo e, a seguire, dall’avvento di Renzi sulla scena politica nazionale. In particolare, ci porremo due domande che reputiamo decisamente rilevanti. Com’è stato possibile che, nonostante l’antipolitica e il nuovismo, si mantenesse in vita un gruppo giovanile di questo tipo? In secondo luogo, perché il nuovo corso del PD non è nato dentro i GD? I punti di forza e di debolezza dei GD equivalgono alle risposte alle nostre domande. I GD reggono come comunità alla spinta antipolitica, perché proiettano le culture politiche di provenienza in uno spazio contrapposto a quello “ufficiale”, seppure saldamente in uno spazio partitico e istituzionale e dentro una cornice che non recide mai il cordone con i dirigenti storici di riferimento nel partito. Allo stesso tempo, la scelta di farsi assorbire completamente dalla discussione largamente interna al partito, rende meno acuta l’osservazione dei processi sociali e, più in generale, di quello che avviene nella società, rispetto alla quale l’iniziativa nei GD è episodica, legata al momento, poco strutturata e spesso non condivisa in maniera larga ai livelli più bassi.
2017
Partito Democratico, Giovani Democratici, politica giovanile, militanza politica, partecipazione politica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14085/22511
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