Con la società post-industriale, variamente definita da alcuni autorevoli osservatori società del rischio (Beck, 2000), società tardo-moderna (Giddens, 1990), società post-industriale (Touraine, 1998) (ciascuno dei quali evidenzia tratti diversi dei cambiamenti in atto), si assiste ad una ridefinizione degli spazi di vita, dei flussi sociali e della divisione del lavoro. È sotto gli occhi di tutti che l’avvento della rete, accompagnato dallo sviluppo delle moderne tecnologie della comunicazione, e dal processo di ibridazione tecnologica (Marinelli, 2004) che ne è derivato, ha determinato un cambiamento radicale dei processi sociali e dei sistemi di relazione. Sono cambiati i processi economici, politici e produttivi tanto da condurre alla ridefinizione degli assetti di geopolitica internazionale. È profondamente mutato il modo di produrre la conoscenza (Foray, 2009; Rullani, 2009); l’organizzazione del lavoro (Bonazzi 2002, Butera, 2000; 2009) e il lavoro stesso (Accornero, 1997; Rifkin, 1997; 2000; Cocozza, 2006); si sono significativamente modificati i sistemi di welfare (Paci, 2005) e gli stessi meccanismi di socializzazione che si sono costituiti come vettori e collante della modernità. Ma il sistema educativo e il suo modello pedagogico, informato alla linearità, alla trasmissione e alla rigida specializzazione, è rimasto sostanzialmente invariato. Tra i più autorevoli contributi che animano il dibattito e gli studi sul web si ricorda Castells (2001; 2004; 2006; 2009) il quale spiega questo nuovo assetto sociale reso possibile dalla diffusione di Internet attraverso tre assunti: valore dell’informazione, reticolarità e globalità. Il nuovo attore sociale, su cui si gioca il mutamento del XXI secolo, è rappresentato da Levy (2005) con la metafora del cyborg, colui che si muove con disinvoltura nella nuova dimensione spazio-temporale determinata dall’avvento di Internet, in quella dimensione dove il “tempo è senza tempo”. Il web diventa per questo soggetto un nuovo spazio di vita e di socializzazione dove tutto è compresente e le opportunità di sviluppo personale elevano all’ennesima potenza i meccanismi di accesso e di selezione incardinati nella struttura sociale, creando così nuove disuguaglianze. Il lavoro di analisi proposto dal libro Socializzarzi con, nei, social media (2011) parte dalla riflessione che oggi le scienze sociali si trovano a fronteggiare una grande sfida, quella di recuperare il tempo in cui Internet è stato abbandonato nelle mani degli ingegneri pensando che fosse “roba da tecnici”. Dietro ogni computer c’è una persona, con le sue emozioni, il suo vissuto, le sue difficoltà. Ciascuno è portatore di una sua cultura e di un linguaggio specifico che tende a riprodurre nella rete. La rete diviene quindi un nuovo luogo dove esprimere la propria socialità. Le scienze sociali devono quindi misurarsi con questo nuovo mondo e affrontare la sfida di ripensare il modo stesso di fare ricerca sulla rete e per la rete. Si tratta di una sfida complessa, che chiama in causa la necessità di correggere e riadattare il variegato panel di strumenti di rilevazione di natura qualitativa e/o quantitativa, al fine di comprendere come gestire l’analisi di questo nuovo contesto.

Socializzarsi con, ai Social Media. Processi educativi e comunicativi

Capogna S
2011-01-01

Abstract

Con la società post-industriale, variamente definita da alcuni autorevoli osservatori società del rischio (Beck, 2000), società tardo-moderna (Giddens, 1990), società post-industriale (Touraine, 1998) (ciascuno dei quali evidenzia tratti diversi dei cambiamenti in atto), si assiste ad una ridefinizione degli spazi di vita, dei flussi sociali e della divisione del lavoro. È sotto gli occhi di tutti che l’avvento della rete, accompagnato dallo sviluppo delle moderne tecnologie della comunicazione, e dal processo di ibridazione tecnologica (Marinelli, 2004) che ne è derivato, ha determinato un cambiamento radicale dei processi sociali e dei sistemi di relazione. Sono cambiati i processi economici, politici e produttivi tanto da condurre alla ridefinizione degli assetti di geopolitica internazionale. È profondamente mutato il modo di produrre la conoscenza (Foray, 2009; Rullani, 2009); l’organizzazione del lavoro (Bonazzi 2002, Butera, 2000; 2009) e il lavoro stesso (Accornero, 1997; Rifkin, 1997; 2000; Cocozza, 2006); si sono significativamente modificati i sistemi di welfare (Paci, 2005) e gli stessi meccanismi di socializzazione che si sono costituiti come vettori e collante della modernità. Ma il sistema educativo e il suo modello pedagogico, informato alla linearità, alla trasmissione e alla rigida specializzazione, è rimasto sostanzialmente invariato. Tra i più autorevoli contributi che animano il dibattito e gli studi sul web si ricorda Castells (2001; 2004; 2006; 2009) il quale spiega questo nuovo assetto sociale reso possibile dalla diffusione di Internet attraverso tre assunti: valore dell’informazione, reticolarità e globalità. Il nuovo attore sociale, su cui si gioca il mutamento del XXI secolo, è rappresentato da Levy (2005) con la metafora del cyborg, colui che si muove con disinvoltura nella nuova dimensione spazio-temporale determinata dall’avvento di Internet, in quella dimensione dove il “tempo è senza tempo”. Il web diventa per questo soggetto un nuovo spazio di vita e di socializzazione dove tutto è compresente e le opportunità di sviluppo personale elevano all’ennesima potenza i meccanismi di accesso e di selezione incardinati nella struttura sociale, creando così nuove disuguaglianze. Il lavoro di analisi proposto dal libro Socializzarzi con, nei, social media (2011) parte dalla riflessione che oggi le scienze sociali si trovano a fronteggiare una grande sfida, quella di recuperare il tempo in cui Internet è stato abbandonato nelle mani degli ingegneri pensando che fosse “roba da tecnici”. Dietro ogni computer c’è una persona, con le sue emozioni, il suo vissuto, le sue difficoltà. Ciascuno è portatore di una sua cultura e di un linguaggio specifico che tende a riprodurre nella rete. La rete diviene quindi un nuovo luogo dove esprimere la propria socialità. Le scienze sociali devono quindi misurarsi con questo nuovo mondo e affrontare la sfida di ripensare il modo stesso di fare ricerca sulla rete e per la rete. Si tratta di una sfida complessa, che chiama in causa la necessità di correggere e riadattare il variegato panel di strumenti di rilevazione di natura qualitativa e/o quantitativa, al fine di comprendere come gestire l’analisi di questo nuovo contesto.
2011
9788863811445
sociologia educazione
social media
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14085/2140
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