Obiettivo di questo articolo è quello di riflettere su compiti e ruolo richiesti all’università della conoscenza. In considerazione del fatto che la gestione e la valorizzazione dell’informazione e della conoscenza sono oggi ritenuti fattori strategici per lo sviluppo e la competitività di organizzazioni, territori e paesi, ci si rende facilmente conto come il tradizionale mandato sociale assegnato all’università, concernente didattica e ricerca, tende a vacillare in luogo di una pressione sociale più complessa e articolata che si estende alla capacità di operare come agente di valorizzazione economica e sociale della ricerca scientifica e di mediazione del trasferimento tecnologico. Sotto la spinta dei pressanti cambiamenti socio-economici e normativo-istituzionali degli ultimi dieci anni, le università hanno subito un significativo cambiamento interno che ha contribuito a mettere profondamente in crisi il tradizionale assetto didattico-pedagogico nato per servire le esigenze di una esigua élite di potere che doveva guidare il destino del paese. L’affermazione di un’università di massa, il proliferare dei corsi di laurea, l’irrigidimento del sistema concorsuale, la progressiva riduzione di risorse destinate alla ricerca, lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica ecc., chiedono di delineare nuove strategie di governo dell’università e della sua relazione con il territorio e con i diversi stakeholders di riferimento. Il quadro teorico che orienta la riflessione, dunque, è quello dell’università della conoscenza che, nel nuovo quadro normativo istituzionale e nell’attuale sistema di relazioni, richiede all’accademia di candidarsi ad essere attore di sviluppo e promozione territoriale. Processo ampiamente sostenuto e incoraggiato dalle politiche comunitarie che già alla fine degli anni ’80 hanno teso a privilegiare la dimensione locale come terminale di sviluppo da vitalizzare attraverso i processi di decentramento e verso cui orientare interventi di sostegno mirati (tendenza recepita dalla normativa nazionale solo dalla seconda metà degli anni ’90).

Università e sviluppo territoriale

Capogna S
2009-01-01

Abstract

Obiettivo di questo articolo è quello di riflettere su compiti e ruolo richiesti all’università della conoscenza. In considerazione del fatto che la gestione e la valorizzazione dell’informazione e della conoscenza sono oggi ritenuti fattori strategici per lo sviluppo e la competitività di organizzazioni, territori e paesi, ci si rende facilmente conto come il tradizionale mandato sociale assegnato all’università, concernente didattica e ricerca, tende a vacillare in luogo di una pressione sociale più complessa e articolata che si estende alla capacità di operare come agente di valorizzazione economica e sociale della ricerca scientifica e di mediazione del trasferimento tecnologico. Sotto la spinta dei pressanti cambiamenti socio-economici e normativo-istituzionali degli ultimi dieci anni, le università hanno subito un significativo cambiamento interno che ha contribuito a mettere profondamente in crisi il tradizionale assetto didattico-pedagogico nato per servire le esigenze di una esigua élite di potere che doveva guidare il destino del paese. L’affermazione di un’università di massa, il proliferare dei corsi di laurea, l’irrigidimento del sistema concorsuale, la progressiva riduzione di risorse destinate alla ricerca, lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica ecc., chiedono di delineare nuove strategie di governo dell’università e della sua relazione con il territorio e con i diversi stakeholders di riferimento. Il quadro teorico che orienta la riflessione, dunque, è quello dell’università della conoscenza che, nel nuovo quadro normativo istituzionale e nell’attuale sistema di relazioni, richiede all’accademia di candidarsi ad essere attore di sviluppo e promozione territoriale. Processo ampiamente sostenuto e incoraggiato dalle politiche comunitarie che già alla fine degli anni ’80 hanno teso a privilegiare la dimensione locale come terminale di sviluppo da vitalizzare attraverso i processi di decentramento e verso cui orientare interventi di sostegno mirati (tendenza recepita dalla normativa nazionale solo dalla seconda metà degli anni ’90).
2009
sviluppo locale, università, valorizzazione della ricerca, III missione universitaria, trasferimento tecnologico
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