BACKGROUND In Italy, cardiovascular diseases are responsible for about 36% of deaths every year. Cardiovascular prevention aims at reducing and controlling multiple risk factors and it is demonstrated how multi-professional educational interventions and interprofessional collaboration improve health outcomes. This work shows the contribution of the nurse on cardiovascular prevention by promoting self-monitoring and/or self-care behaviours and empowering people to adopt healthy lifestyles. MATERIAL AND METHODS This study used an 18-month follow- up design to monitor the adherence to behavioural changes in a population not suffering from cardiovascular disease, at time 0, after 6 (t6), 12 (t12) and 18 (t18) months. Setting: Roma-Torresina district. From september 2018 to july 2020. RESULTS 62 subjects were recruited, 50% male and 50% female, with an average age of 55,6 (+ 8) years. 63.2% of the sample participated in the educational meetings. Bodyweight improves by 1.1 kg at t6 while at t12 and t18 on average by 0.6 kg; attention to the use of salt increases by 3.2% at t18; smoking decreases by 8.0% at t12, but increases by 3.2% at t18; alcohol use decreases 13.3% at t12, but increases 10.4% at t18. The results at t18 are affected by COVID-19 pandemic. CONCLUSIONS The study experimented with a new model of taking charge of the citizen to make him aware of the appropriate behaviors for a healthy lifestyle. The literature highlights the beneficial effects of nurse-led case management; in Italy, it is necessary to deepen the experiences of taking charge of the person in the community and to define nursing outcomes.
INTRODUZIONE In Italia le malattie cardiovascolari (MCV) sono responsabili di circa il 36% dei decessi ogni anno. Per questo, la prevenzione cardiovascolare ha l’obiettivo di ridurre e controllare i molteplici fattori di rischio ed è dimostrato come interventi educativi di natura multiprofessionale e la collaborazione interprofessionale migliorino gli esiti di salute. Nell’ambito della prevenzione primaria, il personale infermieristico può rendere più consapevole il cittadino sui rischi derivanti da comportamenti inadeguati o da situazioni particolarmente pericolose per la salute. Nel presente lavoro è presentato il contributo dell’infermiere nell’ambito della prevenzione cardiovascolare, per responsabilizzare le persone ad assumere stili di vita sani e monitorare i comportamenti di autocura. MATERIALI E METODI Studio longitudinale di follow-up per monitorare i cambiamenti comportamentali della popolazione non affetta da malattie cardiovascolari, al tempo 0, dopo 6 (t6), 12 (t12) e 18 (t18) mesi. Setting: quartiere Roma-Torresina. Da settembre 2018 a luglio 2020. RISULTATI Sono stati reclutati 62 soggetti (50% maschi e 50% femmine) di età media (55,6 (+ 8) anni). Agli incontri educazionali ha partecipato, in media, il 63,2% del campione. Il peso corporeo migliora di 1,1 kg a t6, mentre, a t12 e a t18, in media, di 0,6 Kg; l’attenzione all’uso del sale aumenta del 3,2% a t18; l’abitudine al fumo diminuisce dell’8,0% a t12, ma aumenta del 3,2% a t18; l’uso di alcolici diminuisce dell’13,3% a t12, ma aumenta del 10,4% a t18. I risultati a t18 sono condizionati dalla pandemia da COVID-19. CONCLUSIONE Il progetto è stato un laboratorio per sperimentare un nuovo modello di presa in carico del cittadino per renderlo consapevole dei comportamenti adeguati ad uno stile di vita sano. La letteratura evidenzia gli effetti benefici del nurse-led case management, ma, in Italia, occorre approfondire le esperienze di cura della persona nella comunità e definire gli outcome infermieristici.
Gli infermieri nelle cure primarie Indagine di follow-up sulle modifiche delle abitudini comportamentali nella popolazione di un quartiere di Roma dopo interventi educazionali interdisciplinari per la promozione della salute cardiovascolare
Galletti C.
2023-01-01
Abstract
INTRODUZIONE In Italia le malattie cardiovascolari (MCV) sono responsabili di circa il 36% dei decessi ogni anno. Per questo, la prevenzione cardiovascolare ha l’obiettivo di ridurre e controllare i molteplici fattori di rischio ed è dimostrato come interventi educativi di natura multiprofessionale e la collaborazione interprofessionale migliorino gli esiti di salute. Nell’ambito della prevenzione primaria, il personale infermieristico può rendere più consapevole il cittadino sui rischi derivanti da comportamenti inadeguati o da situazioni particolarmente pericolose per la salute. Nel presente lavoro è presentato il contributo dell’infermiere nell’ambito della prevenzione cardiovascolare, per responsabilizzare le persone ad assumere stili di vita sani e monitorare i comportamenti di autocura. MATERIALI E METODI Studio longitudinale di follow-up per monitorare i cambiamenti comportamentali della popolazione non affetta da malattie cardiovascolari, al tempo 0, dopo 6 (t6), 12 (t12) e 18 (t18) mesi. Setting: quartiere Roma-Torresina. Da settembre 2018 a luglio 2020. RISULTATI Sono stati reclutati 62 soggetti (50% maschi e 50% femmine) di età media (55,6 (+ 8) anni). Agli incontri educazionali ha partecipato, in media, il 63,2% del campione. Il peso corporeo migliora di 1,1 kg a t6, mentre, a t12 e a t18, in media, di 0,6 Kg; l’attenzione all’uso del sale aumenta del 3,2% a t18; l’abitudine al fumo diminuisce dell’8,0% a t12, ma aumenta del 3,2% a t18; l’uso di alcolici diminuisce dell’13,3% a t12, ma aumenta del 10,4% a t18. I risultati a t18 sono condizionati dalla pandemia da COVID-19. CONCLUSIONE Il progetto è stato un laboratorio per sperimentare un nuovo modello di presa in carico del cittadino per renderlo consapevole dei comportamenti adeguati ad uno stile di vita sano. La letteratura evidenzia gli effetti benefici del nurse-led case management, ma, in Italia, occorre approfondire le esperienze di cura della persona nella comunità e definire gli outcome infermieristici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.