Obiettivo e motivazione del paper. Obiettivo principale del paper è quello di raccontare la storia del Museo del Paesaggio e della sua produzione artistica, partendo dai suoi fondatori, i quali hanno creduto in un luogo con lo scopo di generare una coscienza artistica in cui i cittadini potessero riconoscersi, tutelando un patrimonio artistico inestimabile, che le successive generazioni hanno ereditato. Lo scopo del Museo del Paesaggio non era quello di promuovere l’arte locale e venir considerato come una piccola accademia provinciale, ma quello di incitare a produrre dal terreno paesano cose che potessero interessare tutta la nazione. I fondatori ritenevano che “non era possibile un’educazione nazionale senza il medium di una determinata regione, senza l’ubi consistam di una unità comunale” . In tal senso il paesaggio, più che un’opera statica di conservazione di bellezze naturali viene considerato come un’opera di educazione alla bellezza e al rispetto della natura. Dallo studio sarà possibile evidenziare come il bilancio sociale sviluppatosi negli ultimi 20 anni, fosse già una prassi praticata da molti enti culturali già nei primi anni del 900. La Relazione morale e finanziaria era infatti in forma embrionale ciò che oggi chiamiamo bilancio sociale, che comunicava risultati a consuntivo, progetti futuri, ma in particolare parlava ai portatori di interesse, (Ministero, Enti locali, Istituti di Credito, Camere di Commercio, operatori di settore, culturale e turistico, Privati, Duchi e Duchesse, Presidi di complessi scolastici), al fine di incitare a una coscienza comune, all’educazione della bellezza, alla protezione dell’arte nelle sue forme, anche quelle paesaggistiche. Le testimonianze e le carte contabili dimostrano un lungo percorso di sostenitori pubblici e privati e una grande capacità di attrarre finanziamenti comunicando la difesa della bellezza delle proprie radici, la tutela del patrimonio artistico e paesaggistico, con lo scopo di promuovere un luogo di ritrovo vivace e ricco d’arte. Oggi il museo del Paesaggio è la sede della gipsoteca del grande scultore Troubetzkoy, russo di origine, ma nato e vissuto a Verbania dal 1866, inoltre rappresenta uno dei luoghi italiani più rilenti nella promozione dell’arte del paesaggio. Infatti, saranno molti gli artisti piemontesi e lombardi che soggiorneranno a Pallanza per dipingere e allestire mostre internazionali. Struttura e approccio metodologico adottato: Lo studio è stato svolto prevedendo i seguenti passaggi: 1. inquadramento del contesto storico e geografico dell’epoca al fine di rilevare le potenziali influenze di natura socio-culturale che hanno permesso la nascita di una “coscienza artistica paesana”; 2. Ricerca storica dei documenti che attestano e descrivono la nascita del Museo, mediante osservazione di fonti primarie dell’archivio di Stato di Verbania, dell’Archivio notarile di Pallanza, della biblioteca privata del Museo, che contiene i documenti della Scuola d’Arte Paesana e della Galleria d’arte Antica e Moderna (Doc. 1); 3. studio della storia locale e ricerca delle testimonianze, composte da corrispondenza e dichiarazioni epistolari tra i diversi stakeholder del Museo (Doc. 2), che rappresentava il salotto artistico, luogo di incontro di artisti piemontesi e lombardi. 4. Ricerca storica dei bilanci che testimoniano l’interesse dei benefattori/stakeholder e la successiva nascita di una coscienza collettiva artistica e paesaggistica. L’approccio metodologico si basa sull’analisi qualitativa, al fine di individuare quel complesso di relazioni causali o funzionali che hanno dato origine a un fenomeno che oggi è ancora indagato. Più precisamente l’obiettivo è quello di estrapolare da un dato avvenimento le variabili che interagiscono con l’oggetto indagato, individuandone la portata ed il contenuto delle relazioni che ne sono scaturite nel corso del tempo (Ferraris, 1994). Periodo storico investigato e domanda di ricerca. Si è analizzato per questo studio il periodo storico che va dalla nascita del Museo, 1909, ai successivi 30 anni, al fine di analizzare il sistema di governance e il processo di interessamento degli stakeholder e il sistema dei finanziamenti. Le domande di ricerca sono le seguenti: RQ1: Come è stata tenuta la contabilità? RQ2: Qual era il sistema di governance? RQ3: Chi erano gli stakeholder di riferimento? RQ4: Come comunicavano i risultati economici e finanziari? RQ5: Come hanno ottenuto credibilità per ottenere finanziamenti e sovvenzioni? Contributo della ricerca e gli elementi di originalità. Lo studio prende in considerazione la nascita dell’attività museale nel 1909, in un Palazzo realizzato nel (1700), grazie all’interessamento di finanziatori, portatori di interesse che hanno cercato di generare un forte senso identitario mediante l’arte del paesaggio, in un periodo storico molto complesso e turbato da episodi civili che hanno scosso le coscienze e gli assunti ideologici di un Paese, e nello specifico di un territorio. Grazie all’impegno di alcuni fondatori si è diffusa una “coscienza artistica paesana” e sono emersi gli elementi per generare attrattività verso i finanziatori pubblici e privati. Le relazioni morali e finanziarie fanno emergere le influenze della governance sui portatori di interesse che hanno generato un valore duraturo intergenerazionale. Come il bilancio sociale possiede il fine di legittimare l’attività di una qualsiasi azienda, così la relazione morale legittimava l’operato dei fondatori, ai fini di attrarre finanziamenti, e riconoscimenti. Questo studio è particolarmente interessante poiché rispecchia uno dei temi aziendalistici più considerati, ossia la rendicontazione sociale e la sua comunicazione. La prima relazione morale del 1909 rispecchia quei principi di trasparenza, comunicazione e attenzione agli stakeholder con il fine di promuovere una missione e coinvolgere la comunità. Dall’analisi storica sarà possibile evidenziare le diverse leve di persuasione rispetto ad oggi, specialmente nei delicati tempi di guerra; emergeranno i diversi sistemi pubblicitari e di comunicazione che venivano condivisi con l’alta borghesia e i contadini. L’analisi storica ha infatti il compito di ampliare e arricchire la conoscenza scientifica e le prassi di oggi. Studiare un fenomeno nella sua evoluzione, ci permette di cogliere a fondo quel processo di cambiamento che è sorto nel passato e che interessa ancora oggi la realtà aziendale.
Il ruolo degli stakeholder nella nascita e nello sviluppo di una cultura artistica locale: il caso del Museo del Paesaggio – Verbania
Vallone, C;
2018-01-01
Abstract
Obiettivo e motivazione del paper. Obiettivo principale del paper è quello di raccontare la storia del Museo del Paesaggio e della sua produzione artistica, partendo dai suoi fondatori, i quali hanno creduto in un luogo con lo scopo di generare una coscienza artistica in cui i cittadini potessero riconoscersi, tutelando un patrimonio artistico inestimabile, che le successive generazioni hanno ereditato. Lo scopo del Museo del Paesaggio non era quello di promuovere l’arte locale e venir considerato come una piccola accademia provinciale, ma quello di incitare a produrre dal terreno paesano cose che potessero interessare tutta la nazione. I fondatori ritenevano che “non era possibile un’educazione nazionale senza il medium di una determinata regione, senza l’ubi consistam di una unità comunale” . In tal senso il paesaggio, più che un’opera statica di conservazione di bellezze naturali viene considerato come un’opera di educazione alla bellezza e al rispetto della natura. Dallo studio sarà possibile evidenziare come il bilancio sociale sviluppatosi negli ultimi 20 anni, fosse già una prassi praticata da molti enti culturali già nei primi anni del 900. La Relazione morale e finanziaria era infatti in forma embrionale ciò che oggi chiamiamo bilancio sociale, che comunicava risultati a consuntivo, progetti futuri, ma in particolare parlava ai portatori di interesse, (Ministero, Enti locali, Istituti di Credito, Camere di Commercio, operatori di settore, culturale e turistico, Privati, Duchi e Duchesse, Presidi di complessi scolastici), al fine di incitare a una coscienza comune, all’educazione della bellezza, alla protezione dell’arte nelle sue forme, anche quelle paesaggistiche. Le testimonianze e le carte contabili dimostrano un lungo percorso di sostenitori pubblici e privati e una grande capacità di attrarre finanziamenti comunicando la difesa della bellezza delle proprie radici, la tutela del patrimonio artistico e paesaggistico, con lo scopo di promuovere un luogo di ritrovo vivace e ricco d’arte. Oggi il museo del Paesaggio è la sede della gipsoteca del grande scultore Troubetzkoy, russo di origine, ma nato e vissuto a Verbania dal 1866, inoltre rappresenta uno dei luoghi italiani più rilenti nella promozione dell’arte del paesaggio. Infatti, saranno molti gli artisti piemontesi e lombardi che soggiorneranno a Pallanza per dipingere e allestire mostre internazionali. Struttura e approccio metodologico adottato: Lo studio è stato svolto prevedendo i seguenti passaggi: 1. inquadramento del contesto storico e geografico dell’epoca al fine di rilevare le potenziali influenze di natura socio-culturale che hanno permesso la nascita di una “coscienza artistica paesana”; 2. Ricerca storica dei documenti che attestano e descrivono la nascita del Museo, mediante osservazione di fonti primarie dell’archivio di Stato di Verbania, dell’Archivio notarile di Pallanza, della biblioteca privata del Museo, che contiene i documenti della Scuola d’Arte Paesana e della Galleria d’arte Antica e Moderna (Doc. 1); 3. studio della storia locale e ricerca delle testimonianze, composte da corrispondenza e dichiarazioni epistolari tra i diversi stakeholder del Museo (Doc. 2), che rappresentava il salotto artistico, luogo di incontro di artisti piemontesi e lombardi. 4. Ricerca storica dei bilanci che testimoniano l’interesse dei benefattori/stakeholder e la successiva nascita di una coscienza collettiva artistica e paesaggistica. L’approccio metodologico si basa sull’analisi qualitativa, al fine di individuare quel complesso di relazioni causali o funzionali che hanno dato origine a un fenomeno che oggi è ancora indagato. Più precisamente l’obiettivo è quello di estrapolare da un dato avvenimento le variabili che interagiscono con l’oggetto indagato, individuandone la portata ed il contenuto delle relazioni che ne sono scaturite nel corso del tempo (Ferraris, 1994). Periodo storico investigato e domanda di ricerca. Si è analizzato per questo studio il periodo storico che va dalla nascita del Museo, 1909, ai successivi 30 anni, al fine di analizzare il sistema di governance e il processo di interessamento degli stakeholder e il sistema dei finanziamenti. Le domande di ricerca sono le seguenti: RQ1: Come è stata tenuta la contabilità? RQ2: Qual era il sistema di governance? RQ3: Chi erano gli stakeholder di riferimento? RQ4: Come comunicavano i risultati economici e finanziari? RQ5: Come hanno ottenuto credibilità per ottenere finanziamenti e sovvenzioni? Contributo della ricerca e gli elementi di originalità. Lo studio prende in considerazione la nascita dell’attività museale nel 1909, in un Palazzo realizzato nel (1700), grazie all’interessamento di finanziatori, portatori di interesse che hanno cercato di generare un forte senso identitario mediante l’arte del paesaggio, in un periodo storico molto complesso e turbato da episodi civili che hanno scosso le coscienze e gli assunti ideologici di un Paese, e nello specifico di un territorio. Grazie all’impegno di alcuni fondatori si è diffusa una “coscienza artistica paesana” e sono emersi gli elementi per generare attrattività verso i finanziatori pubblici e privati. Le relazioni morali e finanziarie fanno emergere le influenze della governance sui portatori di interesse che hanno generato un valore duraturo intergenerazionale. Come il bilancio sociale possiede il fine di legittimare l’attività di una qualsiasi azienda, così la relazione morale legittimava l’operato dei fondatori, ai fini di attrarre finanziamenti, e riconoscimenti. Questo studio è particolarmente interessante poiché rispecchia uno dei temi aziendalistici più considerati, ossia la rendicontazione sociale e la sua comunicazione. La prima relazione morale del 1909 rispecchia quei principi di trasparenza, comunicazione e attenzione agli stakeholder con il fine di promuovere una missione e coinvolgere la comunità. Dall’analisi storica sarà possibile evidenziare le diverse leve di persuasione rispetto ad oggi, specialmente nei delicati tempi di guerra; emergeranno i diversi sistemi pubblicitari e di comunicazione che venivano condivisi con l’alta borghesia e i contadini. L’analisi storica ha infatti il compito di ampliare e arricchire la conoscenza scientifica e le prassi di oggi. Studiare un fenomeno nella sua evoluzione, ci permette di cogliere a fondo quel processo di cambiamento che è sorto nel passato e che interessa ancora oggi la realtà aziendale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.